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Coaching Model: Corpo E Mente All’azione

2019/12/26

A Coaching Model Created by Angelica Suzzi
(Wellness Coach, ITALY)

Questo modello di Coaching nasce dalla mia esperienza nell’ambito di Shiatsu, Educazione Somatica e Coaching, è un progetto quindi che integra la tecnica manuale e corporea con la tecnica verbale e paraverbale.

La mia idea è che il cambiamento è un processo più rapido quando coinvolge insieme corpo e mente. Quando corpo e mente lavorano insieme si verifica un allineamento che permette alla persona di sentirsi  presente a se stessa, più focalizzata e attenta. Quando questa condizione si verifica,  aumenta la capacità di percepire il proprio corpo e le proprie esigenze, diventa più facile osservare i punti di forza o i comportamenti ricorrenti, si è più focalizzati su ciò che si vuole veramente, sui propri pensieri e sentimenti. Creare la connessione mente corpo significa porre le basi per osservare prima, e applicare il potenziale della trasformazione, poi.

Il nostro cervello

Il nostro cervello è suddiviso in tre parti (rettiliano, limbico, neocorteccia) ed elabora i  dati sensoriali con cui viene in contatto attraverso due vie, la bottom up (dal basso verso l’alto) e la top down (dall’alto verso il basso).

Top down è la modalità per cui se vedo un fiore lo etichetterò sulla base delle mie conoscenze su quel fiore, prevedo di conoscerne l’odore, in poco tempo si attiverà nella mia mente un collegamento tra quel fiore e altre esperienze passate simili.

Quando invece l’esperienza di quel fiore la vivo nella modalità bottom up ecco che allora non andrò nella generalizzazione. Rimanendo nel momento presente annuserò quel fiore, noterò particolari sfumature nel suo colore, mi accorgerò delle caratteristiche di QUEL FIORE

La differenza tra le due modalità sta proprio in questo:

  • nella prima il livello di attenzione è basso, sono più nei dati della mia testa ed emergono generalizzazioni, più simili a giudizi che non ad esperienze
  • nella seconda invece sono nel qui e ora, con mente non giudicante e curiosa, esattamente come quella di un bambino.

Il corpo è lo strumento del qui e ora

Noi raccogliamo informazioni dall’ambiente attraverso i nostri sensi, che non si limitano più solo ai cinque sempre conosciuti, ma sono stati integrati dagli studi su

propriocezione, interocezione ed esterocezione che vengono definiti come sesto senso o feltsense, ossia “i sensi del sentire a partire dalle stimolazione che arrivano dall’interno e dall’esterno”.

Questo sesto senso è davvero un modo nuovo di percepirsi, ma va allenato.

Sappiamo infatti che il cervello è in grado di processare una parte davvero ridotta degli stimoli che riceve e sulla base di questi ricostruisce una visione della realtà. Allenare il proprio sesto senso significa imparare a raccogliere nuove informazioni che rendano più personale l’esperienza. Arrivare ad utilizzare tutti i sensi a disposizione per trasformare l’esperienza delle cose da una modalità top down ad una bottom up.

Il mio modello di Coaching mira dunque a creare un percorso che parte proprio dall’esperienza e l’esplorazione del corpo attraverso la tecnica manuale e corporea,  per arrivare quindi alla consapevolezza e al progettare nuove azioni e trasformazioni attraverso il Coaching.

I passi di questo processo

  1. CREARE LO SPAZIO

Anzitutto si tratta di comprendere che cosa vogliamo raggiungere definendo dove ci troviamo nella relazione con il corpo, come la viviamo e come questa ci condiziona nella nostra quotidianità o come invece la utilizziamo. In questa fase l’accordo di coaching supporta il mio lavoro per arrivare ad avere chiarezza riguardo a quello che è l’obiettivo che il cliente vuole raggiungere.

Esempi di domande:

  • cosa vorresti esplorare di te?
  • quale è la tua relazione con il corpo?
  • cosa vorresti cambiare?
  • quanto è importante per te?
  • in che modo la situazione attuale ti condiziona?
  • come saprai di avere raggiunto l’obiettivo?
  1. ASCOLTARSI

Comincia quindi la fase di esplorazione del corpo orientata all’ascolto, a partire                

dai sensi, dall’attività della mente, con attenzione alternata all’ambiente interno

e quello esterno, in un dialogo continuo tra il sé e l’ambiente circostante.

Questa è la fase che nel Coaching definiamo “Ascolto Attivo”, ossia la capacità

del Coach di restare in ascolto non solo del verbale del suo cliente, ma anche

del paraverbale, del tono e del ritmo della sua voce, dei gesti e di tutto ciò che

racconta qualcosa in più dell’esperienza del cliente.     

Esempi di domande:

cosa hai notato?

cosa è emerso?

quali sono le maggiori difficoltà nel percepire te stesso?

come ti fa sentire questa esperienza?                                                                                                                                                           cosa avresti voluto che accadesse?

  1. ACCOGLIERE

In questa terza fase si passa a  riconoscere quello che è emerso dall’esperienza,

per capire cosa farne e come usarlo. L’auto osservazione

nell’esperienza corporea, permette

al Cliente di definire meglio se stesso, di riconoscere le cose così come sono,

di individuare i piccoli cambiamenti che si sono

verificati e come questi hanno condizionato l’esperienza stessa.

In questa fase si lavora con il Coaching per esplorare la visione del mondo del 

cliente, le sue convinzioni, giudizi  che emergono, strutture che funzionano

e quali no..

cosa ti dice di te questa esperienza?

quali strutture renderanno questo obiettivo più facile da raggiungere?     

di cosa senti di avere bisogno?

cosa ti aiuterebbe a superare la difficoltà incontrata?

cosa vorresti essere in grado di fare?

  1. APPRENDERE

Ora si comincia a metabolizzare la nuova consapevolezza emersa per decidere

cosa salviamo e cosa lasciamo andare. In questa fase di Coaching

lasciamo che emerga l’apprendimento del cliente, che sia reso sempre più chiaro.

alla luce del nuovo insegnamento appreso cosa vorresti cambiare della situazione?

in quale ambito può tornarti utile il nuovo apprendimento?

cosa ne farai del nuovo apprendimento?

cosa vuoi che accada ora?

cosa è cambiato nel tuo corpo?

  1. ORIENTARE

Ora passiamo all’azione, cominciamo il lavoro di messa in pratica del nuovo

apprendimento per pianificare piccoli passi che ci conducano al

cambiamento desiderato.

In questa fase si lavora per rendere concretizzabile il nuovo apprendimento

alla luce dell’obiettivo iniziale.

quale sarà il primo passo?

quando lo farai?

cosa può supportarti?

cosa può ostacolarti?

cosa ti serve per essere sicuro di portare a compimento l’azione?

I vantaggi dell’ascolto corpo-mente

Vivere lo stato di presenza significa interrompere molti degli automatismi che governano le nostre giornate e cominciare a vivere davvero presenti.

Significa smettere di

  • reagire impulsivamente alle situazioni,
  • innervosirsi per piccole cose di cui poi a posteriori riconosciamo la banalità,
  • essere condizionati da come ci svegliamo al mattino.
  • procrastinare aspettando che sia il momento giusto
  • pensare di non avere tempo

ma significa anche imparare

  • ad accorgersi di quanto non siamo mai contenti
  • di quanti pensieri giudicanti abbiamo in testa
  • fare attenzione ai propri meccanismi e processi interni
  • a essere compassionevoli
  • la differenza tra “accettare” e “arrendersi”

e milioni di altre cose e vantaggi che la presenza può insegnare.

Unire al coaching l’esperienza corporea può davvero aiutare il cliente ad essere più focalizzato e a portare a casa azioni quotidiane e abitudini nuove da integrare nelle giornate.

 

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Your Coaching Model reflects your values,
philosophies and beliefs and must communicate who you will coach
and the problems you will solve.

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